Intervista a Diego Ricchiuti

Il corso in Game Design è la grande novità di quest’anno in AIV, un sogno decennale che trova il coronamento anche grazie a Diego Ricchiuti, game designer italiano con esperienza in Ubisoft e attualmente in Techland, che in questa intervista ci parla della sua esperienza e ci presenta il corso, in partenza il 24 ottobre 2017.

Ciao Diego, grazie mille per averci concesso questa intervista. Vorrei iniziare con una domanda "classica": quando e come è nata la passione per i videogiochi?

Questa è una domanda molto difficile, direi che sono un video-giocatore da quando ho memoria, ho iniziato con il windows 95 e campo minato, per poi passare alla PS1 (di proprietà di mio fratello) con Populous: the beginning. Da quel momento la passione dei videogiochi non mi ha mai abbandonato; ancora adesso dopo una dura giornata a fare videogiochi, torno a casa e mi distendo sul divano a giocare.

Da passione a professione: quando hai capito che avresti intrapreso la carriera di game designer?

E’ successo nel periodo delle superiori, mi ero iscritto all’indirizzo informatico, per via della mia passione per la tecnologia (Tecnologia Omnipotes Regnant è il mio motto). Tuttavia nel corso delle superiori mi sono reso conto che quello che mi interessava della tecnologia erano le possibilità creative più che la parte tecnica. In quel momento è nata l’idea di lavorare nel mondo dei videogiochi. Inizialmente non conoscevo la figura del designer, ma iniziai a comprare vari libri per capire i ruoli e le caratteristiche di chi lavora nella game industry.

Parlando di formazione, da quest’anno sei direttore didattico del corso in Game Design di AIV. Potresti illustrarci brevemente il programma e gli obiettivi didattici del corso? Cosa ti aspetti da questa nuova esperienza?

L’obiettivo del corso di Design è molto semplice, creare delle figure adatte al mondo del lavoro. Nonostante il game designer sia una delle figure centrali e più famose della game industry, rimane una delle più misteriose e fumose, troppa poca gente sa in cosa consiste veramente il lavoro del designer. Questa disinformazione è ancora più palese all’interno dell’industria dove molti giovani e talentuosi designers non vengono assunti o sono sottoposti ad enorme stress a causa di questa disinformazione sul ruolo del designer. Lo scopo del corso è quello di formare questi giovani designers in tutti i vari aspetti di questo lavoro. Il corso è diviso nelle tre aree di competenza del designer: l’idea, il managing e la pratica. Nella prima fase del corso, vengono studiati tutti i fondamenti del game design, con l’aiuto di alcuni esercizi, viene anche studiato uno dei compiti principali del designer ovvero la documentazione; in tutti i suoi aspetti: perché è importante, come farla e come gestirla. Sempre nel primo anno si affronta un corso di Level Design, molto improntato al lato pratico di questo lavoro. Nel secondo anno si affrontano le teorie più complesse del game e del level design oltre ad una parte dedicata a come si può gestire un team.

Parlando invece dei possibili sbocchi lavorativi, potresti raccontarci in breve le tappe principali della tua carriera e darci qualche anticipazione (se possibile) dei progetti futuri o in cantiere?

La mia carriera come designer inizia in DGform uno studio indie italiano, dove ho lavorato come level designer. A quel tempo non avevo ancora tutte le conoscenze necessarie per svolgere bene questo lavoro, ma quell’esperienza lavorativa mi fu molto utile, perchè mi fece capire che il lavoro del designer era esattamente quello che volevo fare. A questo punto mi sono trasferito in Inghilterra dove mi sono laureato a pieni voti in Game Design alla University of Suffolk ed ho vinto il titolo di studente dell’anno per la mia tesi The Vernon Project, un Edu-game in AR per la città di Ipswich. A questo punto sono approdato in Ubisoft, dove ho lavorato su Ghost Recon Wildlands. In questo momento lavoro per Techland su un progetto non annunciato ed ho anche aperto la mia piccola software house in italia (Affinity Project) stiamo lavorando a Don-Ay, il primo donation game della storia.

Un’ultima domanda: vuoi lasciare un messaggio ai tuoi futuri studenti?

Vorrei incoraggiare tutti i futuri studenti: lavorare nella game industry non è un sogno ma una vera possibilità; una possibilità che richiede grande impegno e dedizione.

Trovate il programma completo del corso in Game Design sul nostro sito a questa pagina

 

× Scrivici