Con gli oltre 900 challengers partecipanti, la categoria Game Character Art della Challenge sulle Ancient Civilizations di ArtStation è stata la più ampia e competitiva.
I partecipanti dovevano creare il personaggio di un gioco basato sulle civiltà antiche, renderizzandolo con un real-time engine (es. Unreal Engine 4, Unity, CryEngine, Lumberyard, Toolbag), senza paintovers e con un massimo di 100mila poligoni. Una volta finito, il personaggio andava presentato con Marmoset Viewer e real-time renders del profilo frontale, laterale e posteriore, oltre a elementi come wireframes, normal mode e mappe delle texture.
Di seguito riportiamo l’intervista che ArtStation ha fatto a Valerio Carbone, ex allievo di AIV, ora docente e apprezzatissimo character artist.
1) Valerio, cosa ti ha portato a scegliere proprio quel concept?
Cercavo un’immagine che si avvicinasse il più possibile ai miei gusti personali e che potessi stilizzare e – allo stesso tempo – fosse da stimolo e sfida per me stesso, dandomi la possibilità di lavorare con materiali diversi (ossa, piume, pelle, metallo, pellame, pelliccia) tutti in un solo personaggio!
2) Secondo te, cosa ha provocato maggiormente nella giuria l’effetto “Wow”?
Onestamente non saprei! Probabilmente ragioni di natura tecnica ed artistica. Ho dedicato molta parte del lavoro alla retopology per utilizzare ogni singolo triangolo nella giusta direzione. Ho inoltre utilizzato il numero di poligoni e lo spazio UV strettamente necessari per ottenere il massimo risultato seguendo il mood originale, al quale ho aggiunto giusto un tocco personale.
Il vero punto di forza penso risieda nella presentazione e nella posa scelte per lo sciamano, che gli hanno dato un aspetto ricco di vitalità e un tantino “arrabbiato”.
3) Qual è stato il motivo principale che ti ha spinto a partecipare alla Challenge?
Il motivo è stato molto semplice. Era tanto tempo che volevo fare un nuovo lavoro personale da aggiungere al mio portfolio. Volevo fosse un pezzo che rappresentasse il mio attuale livello in termini di skill e mostrasse al pubblico ciò che amo fare. Quando ho letto il regolamento del contest ed ho realizzato che mi sarei confrontato con migliaia di artisti non ho avuto dubbi e ho capito che era la perfetta occasione per creare il nuovo lavoro per il mio portfolio!
4) Illustraci brevemente la tua strategia ed il processo creativo alla base del tuo personaggio.
Non ho attuato una vera e propria strategia. Sostanzialmente, l’entusiasmo dovuto al fatto di poter lavorare su una cosa che amo all’interno di una così grande comunità di artisti in un ambiente del tutto nuovo, hanno rappresentato per me la vera spinta a dedicarmi allo sciamano ogni giorno fino a tarda notte dopo il lavoro e a fare del mio meglio. Ho seguito il mio workflow personale, suddividendo le giornate in due parti: una dedicata allo sculpting, in cui so di eccellere, e l’altra dedicata al resto del modello (avere un buono sculpt come base aiuta moltissimo nelle fasi di retopology e texturing).
5) Ti è capitato di seguire altre submissions che hanno attirato la tua attenzione e che ritenevi degne di nota? Se sì, per quale motivo?
Ho seguito diverse submissions simili al mio stile. Non conoscevo molti dei partecipanti e sono nuovo in ArtStation, per cui quando vedevo qualcosa che mi colpiva lo seguivo e cercavo di dare il mio modesto feedback ove possibile.
6) Qual è stata la parte più difficile del progetto?
Sicuramente la retopology! Ho scolpito forme molto complesse e spesso ho eseguito una retopology a mano dei dettagli per migliorare la resa di ogni singola forma. Una volta arrivato alla fase di retopology vera e propria, ho realizzato di aver fatto forse troppo durante la fase precedente, così ho eliminato alcune parti e mi sono concentrato solo su quello di cui avevo davvero bisogno per portare a termine il lavoro. A volte riuscire a capire cosa eliminare del modello ed ottimizzare il lavoro per finirlo in tempo è la cosa più importante.
E’ meglio consegnare un lavoro finito che presentarne uno ricco di dettagli ma non terminato.
7) Cosa hai ottenuto grazie alla partecipazione al contest (a parte l’aver vinto)?
Ad essere sincero, vincere era l’ultima cosa che mi interessava. Dimostrare a me stesso che ero in grado di consegnare un lavoro finito nel tempo stabilito era il mio principale obiettivo. Per me è stato come aver vinto prima di ricevere il reale annuncio della vittoria. La parte di maggior valore sono state le persone che ho conosciuto, le quali hanno mostrato un apprezzamento maggiore di quello che mi aspettavo riguardo il mio lavoro, una cosa che mi ha riempito di gioia ed orgoglio.
8) Qual è il tuo consiglio per i futuri challengers?
Mettetevi in gioco! Partecipate sempre, non sapete dove vi porterà questa esperienza se non avrete il coraggio di provare! Fatelo per voi stessi e date il massimo, in questo modo le persone riusciranno a capire quanto sacrificio e passione mettete nel vostro lavoro!