Il romanzo di Luciano La Carbonara: pubblicato Grazia

Il romanzo di Luciano La Carbonara si chiama Grazia, è uscito da qualche settimana ed è in concorso per il premio Amazon Storyteller.

Luciano La Carbonara, ex studente del corso di Strategic Writing, è in realtà alla sua seconda esperienza editoriale. Della prima, Maschere – una raccolta di racconti presente anche al Salone del Libro di Torino- ne abbiamo già parlato sulle pagine di questo blog.

Un esordio promettente che si conferma con la pubblicazione di questo romanzo. Grazia, ne parleremo in maniera approfondita nell’intervista, è un romanzo che racconta la storia del viaggio spirituale di Aurora. E lo fa utilizzando diversi registri narrativi.

Questa scelta ci ha incuriosito perché è interessante capire come un giovane autore si approccia a questo genere letterario, da dove trae ispirazione, quali sono i suoi riferimenti.

Inoltre un corso come quello di Strategic Writing, pensato per formare autori transmediali, tratta diversi media: giochi di ruolo, serie tv, cinema, fumetto e, appunto narrativa. Quanto ha influito una formazione trasversale di questo tipo nella stesura del suo romanzo?

Abbiamo quindi deciso di tornare da lui per fare un po’ il punto della situazione sull’anno appena trascorso.

Abbiamo parlato di tante cose: del processo creativo e editoriale che ha portato alla pubblicazione di Grazia, della sua fonte di ispirazione, delle difficoltà che si affrontano nella stesura di un progetto ambizioso come un romanzo.

Nel corso dell’intervista abbiamo parlato anche del collettivo FERNWEH, del concorso di Amazon Storyteller (per cui Grazia è stato selezionato), di realismo magico e progetti futuri.

Non indugiamo oltre nelle presentazioni. Di seguito l’intervista completa a Luciano La Carbonara.

L’intervista a Luciano La Carbonara

D. Ciao Luciano e bentornato sulle pagine del nostro blog. Partiamo subito dal libro Grazia. Puoi riassumere in breve di cosa parla il tuo romanzo?

Bentrovati, e vi ringrazio di essere qui a leggere i miei voli pindarici! In breve di cosa parla Grazia… beh, iniziamo con le cose difficili immediatamente. Mi sembra corretto.

Grazia è il viaggio nella psiche di Aurora, la protagonista, che imparerà cosa significa essere fedeli a se stessi, soprattutto quando tutto intorno è buio.

Grazia è anche l’incontro di Aurora con Gaia e Gianluca nello studio del dottor Sacchi, e di come questo sarà fondamentale nel suo viaggio.

Il genere letterario del romanzo Grazia

D. Possiamo dire che ha un genere preciso? Se si quale sarebbe?

Il mio nemico numero uno, sempre in agguato, è tornato. Il genere letterario. Ma stavolta la risposta è ben precisa: il realismo magico, sottogenere appartenente alla corrente del surrealismo.

Poteva essere altrimenti? Forse sì, ma stavolta mi sono servito del genere letterario per uno scopo ben più grande: la Narrazione di questa storia. E non sarebbe stato altrettanto divertente altrimenti.

D. Mentre Maschere era una raccolta di racconti, qui si tratta di un romanzo. Puoi spiegare il perché di questa scelta?

La scelta non l’ho fatta io. Ora che ho la vostra attenzione, spiego meglio. Vi ho già raccontato nel caso di Maschere come i personaggi che scrivo mi vivano in testa. Beh, qui è stata Aurora stessa a dirmi che aveva bisogno di più spazio per raccontarsi… da qui il romanzo.

A proposito ve la ricordate Aurora? Apre e chiude Maschere.

Leggi l’intervista a Luciano La Carbonara su Maschere: la raccolta di racconti pubblicata all’inizio del 2024

D. Dalla descrizione leggiamo che in realtà usi diversi registri: poesia, diario e narrazione. Puoi dirci di più sulla tua scelta stilistica (senza spoiler ovviamente)?

Beh, anche qui è una scelta dettata dalla storia… raccontare la totalità di quello che accade in Grazia doveva avere un certo peso anche nella lettura. Scrivere è riversare la propria essenza sulle pagine e leggere è assorbire tutto. È, si può dire, il processo dello scrivere ma al contrario.

Alcuni momenti dovevano avere l’autenticità che soltanto la poesia può raggiungere, o l’intimità di quando scrivi tra le pagine del tuo diario.

Lo stile e la fonte d’ispirazione del romanzo

D. Quando abbiamo parlato di Maschere ci hai detto che “È più facile che un racconto perda di senso rispetto a un romanzo… molto più facile”. Puoi dirci com’è andato il processo di scrittura?

Come è andato il processo… mh, il giro nella mia testa oggi non vi è bastato ancora?

Mi sa che ricollegandomi alla risposta precedente ho in qualche modo anticipato un po’. Ho riversato molto di me stesso su quelle pagine, la mia essenza più viscerale e quella più in superficie.

E poi l’ho riscritto. E poi l’ho riscritto una seconda volta. E infine era lì, pronto alla stampa.

D. Nel caso della tua precedente pubblicazione ci hai detto che la tua esperienza personale è stata la principale fonte di ispirazione. è lo stesso anche per questo libro?

Sì, forse come e più di Maschere, qui c’è una grande parte in comune col vissuto di Aurora, vissuto che a un certo punto si ritrova a dover mettere in discussione, come dicevo in apertura.

E in certi momenti era il mio mondo, e il mio mondo era lì con Aurora. E poi c’è Lumen, non vi dico niente su di lui, ma se leggerete il libro capirete come non può decisamente fare parte della mia esperienza. Forse…

L’esperienza del corso di Strategic Writing

D. Parlando del corso di Strategic Writing, tra i vari moduli di cui si compone c’è anche quello legato alla narrativa. Cosa hai recuperato dalla tua “cassetta degli attrezzi” che si è rivelato particolarmente utile nella stesura di Grazia?

Durante il modulo di Narrativa del corso abbiamo fatto delle lezioni sulla prosa attraverso la poesia, dove Claudio (Claudio “RECLUS” Gianvincenzi n.d.r.), il nostro tutor, ci ha introdotto al libro Spoon River Anthology di Edgar Lee Masters.

Il libro mi è rimasto molto impresso (e ancora oggi mi capita di leggerne stralci) e, filtrato dal mio modo di approcciarmi alla scrittura, si è insinuato nella mia cifra stilistica.

D. Sempre durante il corso avete dedicato molto tempo anche ad altri media come serie tv, cinema o giochi di ruolo. Ti hanno ispirato o aiutato in qualche modo all’approccio al romanzo?

È indubbio che la formazione che ho seguito durante Strategic Writing sia rimasta dentro di me. E così come nella narrativa influenzano gli altri tipi di narrazione, se mi capita di sceneggiare un fumetto verrò influenzato anche dal mio modo di scrivere narrativa.

Una mente creativa segue il suo personale flusso che va in diverse direzioni, o almeno è come penso io a riguardo.

Esperienze oltre il romanzo: il collettivo FERNWEH e il Salone del Libro di Torino

D. Continua anche la collaborazione con alcune ex-colleghe di corso al Collettivo FERNWEH. Come procede?

Un’altra cosa che non ha dubbi è che la collaborazione continui e il collettivo stia crescendo (anche nel numero, abbiamo finalmente un disegnatore). Procede tutto secondo una serie di programmazioni ferree e poco programmate, ecco.

Durante il prossimo anno ci vedrete in giro? Chi può saperlo.

Vuoi sapere di più sul collettivo di ex-studentie studentesse di Strategic Writing FERNWEH? Guarda l’intervista a Benedetta Munalli e Laurea Galeazzi sul progetto di worlduilding Bestiary.

D. Com’è stata l’esperienza al Salone del Libro di Torino?

L’evento più coinvolgente a cui ho partecipato. Entrare e passare cinque giornate lì, parlare con le persone, semplicemente vivere questo ambiente è per me la cosa più stimolante possibile.
È un’esperienza che non sapevo sarebbe stata così e mi avrebbe dato tanto quanto mi ha dato.

Grazia in concorso per il premio Amazon Storyteller

D. Il libro è anche in concorso per Amazon Storyteller. Puoi dirci di più su questo premio?

Amazon Storyteller è il premio letterario indetto in quasi tutta Europa, mi sembra di ricordare, dalla piattaforma in questione. La giuria che compone la commissione di valutazione è formata da editor, autori e il vincitore dell’edizione precedente.

È, soprattutto, un premio che permette di fare conoscere alcune opere che non fanno parte del grosso del mercato, sicuramente.

D. L’ultima, inevitabile domanda: quali sono i progetti per il futuro (di cui puoi parlarci)?

E l’ultima, inevitabile, risposta è: al momento sono in attesa di sapere da dove inizierà il viaggio di Grazia (e di Maschere, non lo dimentico).

In questo ambiente il Salone del Libro di Torino è l’evento a cui si prova a essere ma non è l’unico. Con alte probabilità mi potrete scorgere in giro da esemplare selvatico di scrittore nel suo habitat alla Festa del Libro Itinerante dell’associazione Barchette di Carta, che a giugno 2025 sarà a Anagni.

A presto. Grazie per questo spazio!

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