Lo stile grafico e visivo dei videogiochi – Prima Parte

La grafica dei videogiochi dipende ed è condizionata da numerosi fattori: tono della narrazione, età e cultura del pubblico di riferimento, meccaniche di gameplay, caratteristiche tecniche della piattaforma di gioco, tempo e budget a disposizione, ricerca di unicità e riconoscibilità.

Negli ultimi anni i sondaggi mostrano che la grafica è uno degli elementi principali che motivano l’acquisto di videogiochi.

Si parla spesso della grafica di ultima generazione, di come le attuali tecnologie di rendering permettano risultati incredibilmente realistici.

Ma, al di là delle fredde statistiche, forse la componente più interessante e affascinante della grafica è lo stile di un titolo, ovvero l’espressione artistica del comparto visivo.

Dividere lo Stile Visivo dei Videogiochi in due Macro-Categorie

A differenza di altri medium artistici (fumetto, pittura ecc), per i videogiochi non esiste una precisa classificazione, una terminologia condivisa degli stili grafici, ma provare a definire una serie di categorie è utile per razionalizzare la scelta dello stile del videogioco che si intende sviluppare.

Naturalmente è opportuno rendersi conto che qualsiasi tentativo di categorizzazione degli stili visivi ha il limite fisiologico dato dalle variazioni, sfumature e contaminazioni tipiche di ogni espressione estetica (se non vogliamo usare il termine artistica).

Ai fini di questa disamina, risulta forse anacronistico prendere in considerazione videogiochi storici, la cui grafica è fortemente vincolata da tecnologie datate e, possiamo dire, ormai ampiamente superate.

In altri termini, se iniziassimo oggi a sviluppare un titolo, avremmo potenzialmente una scelta illimitata che, salvo eccezioni, ricadrà comunque in dei canoni stilistici omogenei, riconoscibili, come accade appunto in altri medium molto più vetusti di quello videoludico.

Iniziamo quindi la nostra trattazione dividendo gli stili visivi in due macro-categorie relativamente scontate, ovvero realistico e stilizzato.

Lo Stile Realistico

Obiettivamente, non c’è molto da precisare su questo primo stile che caratterizza moltissimi titoli, soprattutto di produzioni tripla e doppia A per via delle tecniche e dei tempi di esecuzione e delle tecnologie richieste, che necessitano di budget consistenti.

Si può definire come “realistico” quel risultato visivo che, al netto di un certo grado di approssimazione o esagerazione, segue i canoni del mondo reale in termini di proporzioni, superfici e movimento.

In sostanza, forma e dimensione degli oggetti e degli esseri viventi corrisponde a quella del mondo reale.
Allo stesso modo i materiali e le superfici rispondono all’illuminazione secondo parametri fisici reali (o realistici). E infine la gestualità e l’espressività dei personaggi è priva di estremizzazioni ed esagerazioni, tipiche di altri stili.

Per propria natura questo stile richiede gioco forza un sistema di rendering che simuli nella maniera più fedele possibile l’illuminazione ed il comportamento delle superfici ad essa.

Può inoltre beneficiare del supporto delle tecniche di fotogrammetria: una tecnologia relativamente recente, ormai consolidata, che consente di acquisire digitalmente e utilizzare in-game oggetti e superfici reali.

A titolo di esempio di stile realistico possiamo facilmente portare le serie Uncharted e The Last of Us (Naughty Dog) o Red Dead Redemption (Rockstar Games), ma gli studi che li hanno sviluppati non sono ovviamente gli unici sviluppatori ad aver fatto di questo stile il proprio marchio di fabbrica (vedi Crytek, People Can Fly, ed altri).

stile grafico realistico red dead redemption
Red Dead Redemption. Fonte: Rockstar Games

Beninteso, ambientazioni fantasy o futuristiche avranno certamente creature fantastiche o materiali alieni, ma anche in questo caso (che alcuni definiscono “realistico-fantasy”) la loro rappresentazione visiva segue i canoni del reale, o se vogliamo del verosimile; basti pensare ai recenti Final Fantasy, Elden Ring e Baldur’s Gate 3 o ad Helldivers 2, Halo e Mass Effect.

Inoltre, lo stile realistico può prevedere, come nella cinematografia, aspetti autoriali in chiave fotografica, ad esempio nella saturazione dei colori (Shadow of The Colossus, Mirror’s Edge).

L’estremizzazione di questo stile porta a quello che possiamo definire iperrealistico (o fotorealistico), ovvero una riproduzione e una visualizzazione molto vicina, se non indistinguibile, dal reale.

Chiaramente le attuali tecnologie di rendering in real-time ancora faticano ad arrivare alla riproduzione del tutto fedele della realtà, a meno che non si tratti di renderizzare un singolo frame statico.

Ciononostante la cura maniacale del dettaglio, insieme all’altissima risoluzione di alcuni titoli (Hellblade: Senua’s Sacrifice, per nominarne uno, o Unrecord, ad oggi in produzione), mirano ad ottenere un risultato estremamente vicino alla resa fotografica.

stile grafico iperreallistico hellblade
Hellblade. Fonte: Ninja Theory

In direzione contraria vanno numerosi titoli, che tendono al realismo, mantenendo però un margine di libertà espressiva, ad esempio nella modellazione dei personaggi o nel texturing, in uno stile che potremmo definire semi-realistico.

Celebri esempi possono essere Street Fighter, Dishonored e BioShock Infinite con le caratterizzazioni estremizzate, quasi caricaturali dei personaggi e le texture dal sapore pittorico.

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Hellblade. Fonte:  Arkane Studios

Lo Stile Stilizzato

In questo stile che definiamo “stilizzato” cercheremo di inquadrare le innumerevoli varianti di quello stile che abbandona il perimetro rappresentativo del realistico o del verosimile per abbracciare le più disparate forme espressive, ovvero quello stile che comprende tutte quelle varianti artistiche diverse dalla riproduzione della realtà.

La forma più diffusa di questo stile è caratterizzata da una deformazione e semplificazione – intesa come sostanziale omissione di dettagli – dei tre aspetti visivi fondamentali: la forma (le proporzioni), il colore (le superfici e l’illuminazione) e il movimento (inteso come animazione).

Per quanto riguarda modellazione (quindi forme e proporzioni) e animazione (quindi movimento), i videogiochi stilizzati prendono a piene mani da film d’animazione giapponesi e statunitensi e dalle relative culture iconografiche.

Anatomie più o meno deformed (Super Mario) e recitazioni esasperate (Trine) sono elementi caratteristici dello stile stilizzato.

stile visivo videogiochi deformed Trine
Trine 5. Fonte:THQ Nordic

Invece, per quanto riguarda le superfici e quindi i colori, le attuali tecnologie consentono forme espressive piuttosto libere, che tendono solitamente ad attingere da stilemi propri di altri media come il cartone animato, l’anime e il fumetto.

Una tecnica (non tecnologia) tipica dello stilizzato consiste nelle texture “hand painted“, metodo che consente di ottenere una resa visiva molto morbida, quasi pittorica.

Nella storia molti videogiochi hanno adottato questo tipo di texture, tra i quali World of Warcraft e DOTA sono ottimi riferimenti.

texture hand painted world of warcraft
World Of Warcraft. Fonte: Blizzard Entertainment 

Inequivocabile esponente e sicuro termine di paragone per questo stile è per esempio Fortnite.

Clash of Clans, noto gioco per mobile, ha sia anatomie deformed che texture composte da semplici sfumature di colore. Sifu, invece, unisce anatomie realistiche o semi-realistiche a texture sfumate, prive di dettaglio.

Nella seconda parte dell’articolo proveremo ad andare oltre, e affiancare ulteriori attributi a questo stile in modo da specificare meglio la tipologia di stilizzato.

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