Benedetta Munalli – Le voci che restano, l’intervista

Benedetta Munalli è una studentessa del secondo anno del corso di Scrittura Multimediale AIV e recentemente, in occasione della Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria “Più Libri Più Liberi” ha presentato il suo libro d’esordio, Le voci che restano, edito da Bakemono Lab. Per saperne di più abbiamo deciso di rivolgerle qualche domanda.

Cinema, teatro e letteratura

Dopo una rapida ricerca scopriamo subito che Benedetta si è laureata in Arti e Scienze dello spettacolo a Roma e che, oltre alla passione per il cinema e il teatro, nutre un profondo interesse per la letteratura. 

Benedetta Munalli firma delle copie del suo libro presso lo stand di Bakemono Lab

Possiamo trovare articoli interessanti con la sua firma su Octopus Art Magazine per cui si occupa di cinema.

Recentemente, come abbiamo detto in apertura, Benedetta ha presentato, in occasione della fiera annuale dell’editoria organizzata a Roma, un libro di racconti edito da Bakemono Lab, progetto editoriale dell’omonima Associazione Culturale.

Progetto editoriale che si caratterizza per una forte propensione alla multiculturalità e multimedialità richiamando non solo una certa tradizione dark, quasi gotica, ma che attinge molto della sua identità dal mondo del fumetto e del cinema, passando dal noir al cyberpunk.

In questo contesto si inserisce quindi la raccolta di racconti pubblicata da Benedetta dal titolo Le voci che restano della quale di seguito vi proponiamo la sinossi:

Benedetta Munalli firma delle copie del suo libro presso lo stand di Bakemono Lab

Le voci che restano – la sinossi della raccolta

“Spesso i fantasmi si celano alle nostre spalle o sussurrano dentro di noi come un riverbero di parole non pronunciate, un grido di rimorso, un lamento per una scelta sbagliata.

Altre volte sono solo voci di passaggio, risate tra la pioggia, bisbigli dal sedile posteriore di un taxi sgangherato, parole che guidano nella buona e nella cattiva sorte.

Sono in ogni caso voci che decidono di restare, a cui non possiamo fare a meno di tendere l’orecchio per ascoltare affascinati le miserie e le meraviglie che vogliono raccontarci.”

A tu per tu con Benedetta Munalli

Senza indugiare oltre, chiediamo alla diretta interessata di rispondere a qualche domanda per soddisfare la nostra curiosità

Ciao Benedetta e grazie della tua disponibilità. Iniziamo subito con qualche dettaglio in più su questa raccolta. 

Qualche informazione sulla raccolta


D: Qual è il tema principale? Cosa lega tra loro i vari racconti?

Ciao! Grazie a voi dell’interesse! I racconti narrano vicende bizzarre e inquietanti che coinvolgono protagonisti molto diversi. Tutte e otto le storie orbitano attorno al tema del ricordo ossessivo, del pensiero di qualcosa di oscuro che ciclicamente ritorna.

D: Come mai hai scelto proprio la forma breve del racconto?

Personalmente adoro la forma breve. È bellissima e spaventosa perché c’è sempre un significato che emerge a cui lo scrittore non aveva pensato. Dal punto di vista sentimentale la vedo come uno specchio oscuro e una sfida continua. Inoltre è il modo migliore, secondo me, di prendere confidenza con la lingua e con il proprio modo di scrivere. 

Per questo progetto mi è stato chiesto di usare la forma breve dalla casa editrice che ha inaugurato di recente una collana (Hachi) dedicata ai racconti. Ci conosciamo da qualche anno e sapevano che scrivere racconti è una delle mie passioni più grandi e su cui ho maggior dimestichezza. 

Arti performative e letteratura


D: Leggiamo che hai una formazione legata anche al cinema e alle arti performative, quanto ti hanno influenzato in questo progetto?

Molto. Mi fa sempre piacere ispirarmi a opere che hanno fatto parte della mia infanzia o che mi hanno fatto stare bene in momenti difficili, e il triennio del DASS è stato un terreno fertile per scoprire il mondo delle arti dello spettacolo e collezionare nuove “opere preferite”. 

Credo che per chi scrive sia fondamentale creare connessioni con le cose più disparate per capire che meccanismo hanno: scoprire che un film, un libro oppure un oggetto che ti ha incuriosito (e magari non ti è piaciuto) in verità ha smosso qualcosa di più profondo è davvero meraviglioso.

L’esperienza in AIV

D: Nonostante appunto tu abbia già un percorso di studi “tradizionale” alle spalle, come mai hai scelto di iscriverti ad un corso come Scrittura Multimediale?

Mi interessava molto l’approccio transmediale che il corso propone e volevo approfondire l’utilizzo della scrittura attraverso i diversi media. 

D: Questo percorso di studi ti ha aiutato in qualche modo nella stesura dei racconti?

Sicuramente mi è servito nel lavoro di revisione. Personalmente trovo le revisioni difficili perché il racconto è stato letto e riscritto così tante volte che alla fine uno ne rimane assuefatto. Questo porta a lasciarsi andare e ad approvare ogni cambiamento per chiuderlo in fretta, oppure a percepire l’intero racconto sempre incompleto e a volerci mettere mano all’infinito.

Imparare nuove strutture narrative mi è servito per distaccarmi dal racconto, per cercare di capire come avrebbe potuto funzionare se fosse stato un fumetto o una serie tv. In questo modo, nel momento della revisione, avevo di nuovo il focus sul messaggio che volevo trasmettere, sul valore che i personaggi avrebbero dovuto portare e sul ritmo della storia.

Un’ultima curiosità

D: Come sei arrivata alla pubblicazione del libro? Qual è stato il tuo percorso “dal pc” al libro stampato?

Prima di tutto si è stabilita la tipologia di racconti e la loro lunghezza. Ho poi inviato i primi sei racconti per avere un parere qualitativo della casa editrice, una volta approvati ho inviato gli ultimi due. Dopo si è passati alla fase di editing di tutti e otto i testi con l’editor della casa editrice. Ogni racconto è stato revisionato circa tre volte e infine è stato chiuso una volta approvato sia da me che dall’ editor. In seguito sono stata costantemente aggiornata su ogni passaggio della creazione del libro (copertina, impaginato, sinossi, ordine di apparizione dei racconti) collaborando in alcune fasi di esso.

 Mi è stato poi inviato tramite raccomandata il contratto di pubblicazione che l’editrice ha avuto premura di spiegarmi tramite videochiamata. Infine è uscito l’ebook acquistabile su Amazon e le copie cartacee che saranno disponibili nelle principali fiere del libro. Più Libri Più Liberi è passato ed è andato bene, a maggio ci sarà il Salone del Libro di Torino…incrocio le dita!

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