HUMAN +

Se aveste la possibilità di potenziare voi stessi, quale super potere vorreste avere?

Human +: il futuro della nostra specie, indaga sull’impatto che le nuove tecnologie hanno sulla vita degli esseri umani e quale futuro stiamo disegnando con le numerose applicazioni sviluppate.

Il simbolo + dopo la parola “Human” sta a significare una visione positiva dell’evoluzione umana per mezzo della tecnologia, interpretata dai diversi artisti in mostra come una efficace risposta ad alcune esigenze nate negli ultimi decenni e frutto di ritmi e stili di vita sempre più diversi ed in rapido cambiamento.

Il percorso della mostra a Palazzo delle Esposizioni a Roma (visitabile fino al 1 Luglio 2018), parte con la testimonianza di Aimee Mullins, atleta paralimpica nata senza i due peroni, che dall’età di due anni indossa protesi sempre più avanzate, che le hanno permesso di partecipare alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996 e di stabilire il record nei 100 metri piani e nel salto in lungo. La Mullins è portavoce di un’opinione secondo la quale la disabilità non va vissuta come un limite o uno stigma sociale ma affrontata con coraggio e forza di volontà. Emozionante il suo TED talk intitolato “The opportunity of adversity” (L’opportunità delle avversità), in cui invita ad “educare” le persone, nel senso originario del termine latino “ex-ducere” – “tirare fuori” il potenziale che è insito in ciascuno di noi, per poter diffondere una cultura della consapevolezza e dell’uguaglianza in grado di abbattere i pregiudizi e le barriere che tuttora esistono nei confronti di persone con disabilità.

Dalle protesi “potenziate” e dotate di applicazioni interessanti come casse stereo e cassettini portaoggetti, si passa ad alcune installazioni video che denunciano i canoni estetici occidentali per le donne a immagini sovrapposte raffiguranti gli stereotipi di famiglia perfetta e Miss America, fino ad arrivare al Cyborgismo, un movimento artistico nato con l’intento di creare nuovi sensi e modi di percepire la realtà attraverso l’unione di parti umane e parti cyborg.
Neil Harbisson, artista nato senza la capacità di percepire colori diversi dal grigio, si è fatto impiantare in testa un’antenna che gli permette di distinguere l’intero spettro dei colori oltre i limiti umani (la protesi trasforma le frequenze di suono in luce).

C’è poi una sezione dedicata ad artisti italiani, curata da Valentino Catricalà della Fondazione Mondo Digitale in collaborazione con Google, che affronta il tema del + Umano facendo luce sugli inevitabili rischi insiti nel concetto di ‘potenziamento’ tecnologico ossia quello del ‘depotenziamento’ dell’essere umano, con riferimenti evidenti al superuomo di Nietzsche.

Da segnalare sicuramente l’esperimento del collettivo BeAnotherLab, che esplora i limiti della realtà con la macchina “per essere un altro”, che sembra provenire dai racconti di fantascienza degli anni ’60.
E’ possibile partecipare all’esperimento, in tandem con un altro visitatore, prenotandosi in biglietteria.

Human +” offre spunti di riflessione e provocazioni sul futuro che stiamo disegnando per il genere umano, in cui ogni disciplina ha il suo ruolo (inclusi i videogiochi, a cui è dedicata un’opera in mostra).

Per maggiori informazioni: PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI

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