Finisce la prima stagione di The Last of Us, la serie tv basata sull’omonimo titolo di Naughty Dog che ha riscosso nella stessa misura consensi e numeri da record. Un successo di cui sembra beneficiare – non che ne avesse bisogno – anche il titolo videoludico diventando così all’istante un ottimo esempio di strategie transmediali.
La serie di The Last of Us si è appena conclusa battendo ogni record e riscuotendo un successo pressoché unanime. La serie prodotta da HBO è la trasposizione cinematografica dell’omonimo titolo pluripremiato sviluppato da Naughty Dog nel 2013.
Dal suo debutto del 15 Gennaio, si è affermata come uno dei migliori adattamenti cinematografici di sempre dando la spinta ad una riscoperta del gioco, che ha registrato, già da gennaio, un aumento significativo di utenti unici giornalieri.
Gli spettatori, con riferimento ai primissimi giorni di trasmissione, sono stati, come detto, da record: 4.7 milioni negli Stati Uniti per il primo episodio per poi quasi raddoppiare nel penultimo.
Sicuramente nella storia delle serie TV abbiamo sentito parlare di numeri ben più alti, soprattutto in casa HBO, ma resta il fatto che siano impressionanti se si considera che si tratta di un prodotto basato su una IP che ha già spopolato nel mondo videoludico
Perché tanto successo? E come ha impattato sul mercato dei videogiochi?
Una domanda che si sono posti, e a cui hanno risposto per noi, gli analisti di Newzoo.
L’articolo risale alla fine di Gennaio, quindi fa riferimento a numeri legati alle primissime puntate della serie mandate in onda.
Sarà interessante, ora che la prima stagione è finita, vedere se queste proiezioni saranno confermate.
Numeri e statistiche a parte, si impone una riflessione sulle strategie transmediali e come queste impattano sui vari media e i loro mercati di riferimento.
L’adattamento ha creato nuovi fan del gioco e rinnovato l’entusiasmo di quelli esistenti
Come dicevamo in apertura, oggetto dell’analisi dei redattori di Newzoo è stato l’aumento di utenti unici giornalieri per i titoli del franchise all’indomani dell’uscita della serie TV.
Sembra che la rinnovata attenzione per i titoli videoludici sia iniziata già dalla pubblicazione del trailer, evento che ha fatto registrare più che altro un aumento del numero di ore di gioco.
Ma è all’uscita effettiva della serie che si inizia a notare un’attività significativa in termini di numeri di utenti portando i giochi a posizionarsi nella lista dei top 50.
Questo è il chiaro segnale di come l’uscita della serie TV prodotta da HBO abbia effettivamente avuto un impatto notevole sui videogiocatori.
Il grafico, risalente al 15 gennaio, mostra l’aumento di utenti attivi per tutti e tre i giochi nella settimana successiva all’uscita della serie rispetto alla settimana precedente.
Questo massiccio movimento di utenti non è sfuggito a Naughty Dog e Sony. Le major sembra che abbiano deciso di sfruttare l’onda lunga del successo della serie programmando l’uscita di The Last of Us 1 su PC inizialmente per il 3 Marzo per poi spostarla al 28 dello stesso mese.
La mossa potrebbe probabilmente non solo attrarre il nuovo pubblico curioso di provare il gioco, ma anche solleticare la curiosità di chi conosce bene il titolo e volesse vivere di nuovo l’esperienza con contenuti aggiornati e una grafica rinfrescata.
I motivi di questo successo
Sicuramente il successo riscosso dalla serie di The Last of Us è dovuto all’altissima qualità del prodotto in tutti i suoi aspetti, ma esistono, sempre secondo gli analisti di Newzoo, altri fattori che vale la pena prendere in considerazione.
Primo fra tutti è l’appeal ormai decennale costituito dal genere zombie – horror e la massiccia esposizione mediatica che ha preceduto l’uscita della serie, hanno giocato un ruolo importante per raggiungere il grande pubblico.
Questo momento di forte sensibilizzazione del pubblico potrebbe essere il gancio che le grandi produzioni aspettavano per investire porzioni sempre maggiori del loro budget destinato al marketing, alla produzione di serie basate su videogame.
Strategie Transmediali: la serie e il concept originale del gioco
Un altro aspetto da prendere in considerazione è che il caso The Last of Us ha posto davanti agli occhi di tutti il grande potenziale narrativo dei videogiochi.
Quegli stessi aspetti narrativi che hanno reso celebre il franchise originale, rispettati fedelmente, hanno decretato il successo della sua trasposizione in serie tv.
Successo che ha raggiunto anche tutto quel pubblico che si trova al di fuori della sua nicchia di riferimento originaria.
Quello che tutti, da sempre, hanno apprezzato fin dal primo episodio di The Last of Us del 2013, era la fortissima immersività e il profondo coinvolgimento del giocatore.
Trasportati in una narrativa totalmente immersiva dove i personaggi crescono e si sviluppano in modi verosimili, era possibile immedesimarsi davvero con loro.
L’autenticità è un valore fondamentale non solo per i videogiocatori, perché è ciò che sviluppa una connessione profonda con il gioco, la serie, il film che amiamo.
La serie, in questo contesto, ha contribuito ad elevare il valore dello storytelling dei videogiochi replicando tutti gli elementi che avevano reso al tempo il gioco rivoluzionario e mostrando fiducia nella capacità narrativa del gioco
L’impatto futuro sul mercato delle strategie transmediali
Azzardando una previsione sul futuro andamento del mercato, sicuramente si può immaginare come le strategie transmediali saranno la via del futuro.
The Witcher e Arcane di Riot Games hanno già attirato l’attenzione del mercato su strategie transmediali che, se applicate correttamente, possono davvero fare miracoli per i rispettivi mercati di riferimento.
La scelta di rispecchiare fedelmente il gioco, piuttosto che espandere, modificare o edulcorare l’universo narrativo originale, sembra una strada che ha premiato.
Fino ad un decennio fa la questione della transmedialità era limitata ai rapporti tra il mondo della narrativa e quello del cinema, in un rapporto che vedeva molto spesso il secondo prendere spunto dal primo.
Non staremo qui a fare un’analisi sulla qualità, quantità dei risultati più o meno fortunati, ma ci serve come spunto per capire quanto il panorama artistico e culturale dell’industria dell’intrattenimento si sia ampliato.
Alcuni tentativi di strategie multimediali importanti sono iniziati anche in Italia, come ad esempio il caso di Bonelli Editore.
Lo scorso Novembre, in occasione del Lucca Comics and Games, è stato presentato l’adattamento cinematografico di Dampyr, tratto dall’omonimo fumetto con il quale la casa editrice italiana ha inaugurato il suo nuovo braccio produttivo, Bonelli Entertainment.
I videogiochi come forma d’arte e ecosistema complesso in cui vengono convogliati tecnica e creatività, sono oggetto di moltissimi approfondimenti.
Casi studio come quello di The Last of Us possono non solo modificare la prospettiva con cui guardare al futuro, ma costituire un vero e proprio punto di svolta.
Sarà interessante vedere come questo tipo di strategia narrativa transmediale influenzerà nel prossimo futuro le scelte dei brand e il loro mercato.