Gaming: generazioni a confronto

Come e perché le diverse generazioni interagiscono con il mondo del gaming?

Il gaming è un mondo complesso, in continua evoluzione e ogni generazione di gamer è mossa da diverse motivazioni, abitudini e desideri. Ma come si rapportano nello specifico con i videogiochi?

In questo articolo riassumiamo in breve i risultati di un report pubblicato da Newzoo che indaga nello specifico come ogni generazione abbia le sue abitudini di spesa, preferenze di gioco e senso di identità.

Le premesse del report

Il mercato dei videogiochi diventa sempre più complesso ed esteso per questo motivo diventa essenziale capire come i diversi videogiocatori interagiscono con questo media.

Definire i rapporti di ciascuna generazione con il mondo del gaming è quindi uno strumento molto importante per sviluppatori ed editori. Questi dati possono guidare in maniera più oculata le strategie di marketing e i modelli di business oltre che rendere i prodotti appetibili sia per i gamer di lunga data che per i semplici appassionati.

Ovviamente le analisi di mercato possono prendere in considerazione diversi fattori, e l’età, e quindi le differenze generazionali, sono un modello molto efficace.

Prima di scendere nel dettaglio del report, facciamo prima una piccola panoramica per capire meglio a cosa si riferiscono le varie generazioni. 

Le generazioni di gamer

Baby Boomer: nati tra il 1946 e il 1964 Il nome inizialmente è ispirato all’esplosione demografica avvenuta nel secondo dopoguerra. In quello stesso periodo si assiste ad una forte crescita economica 

Gen X: nati tra il 1965 e il 1980. Il termine è stato coniato da Douglas Coupland con il libro “Generation X: Tales for an Accelerated Culture” (1991). Il periodo di riferimento di questa generazione è caratterizzato da una diminuzione delle nascite rispetto al boom della generazione precedente. La generazione X era definita la generazione invisibile, non solo perché numericamente più esigua rispetto ai Baby Boomer ma anche perché priva di una identità sociale definita.

Incrociano il ‘68 e le contestazioni studentesche, ma anche la recessione, la crisi energetica e le conseguenti politiche di austerity. Questa generazione ha visto l’avvento di Internet

Millennial: (o generazione Y) nati tra il 1981 e il 1996 si chiamano così perché sono diventati maggiorenni a cavallo del millennio. Una  generazione che ha familiarità con la comunicazione, i media e le tecnologie digitali. Sono la prima generazione che ha sperimentato la messaggistica, Internet e i nuovi media come Youtube oltre che  i primi social network come MySpace e Facebook. A livello di cultura sociale è la generazione che ha dato importanza al movimento LGBT

Gen Z: nati tra il 1997 e il 2012. La prima generazione che ha avuto accesso ad Internet fin dall’infanzia e l’utilizzo della tecnologia e dei social media ne definisce la socialità

Gen Alpha: nati a partire dal 2013 ad oggi. Viene chiamata generazione Alpha perché è la prima generazione ad essere nata interamente nel XXI secolo. Il periodo storico di riferimento vede un calo della fertilità. I membri della generazione Alpha sono stati anche definiti screenagers, per l’importanza degli schermi di computer, tablet e telefoni cellulari nella loro crescita e nelle forme di intrattenimento e apprendimento.

Date queste premesse, come e perché le diverse generazioni interagiscono con il mondo del gaming?

Dopo una breve panoramica utile a capire il contesto di riferimento relativo alle diverse generazioni, vediamo nel dettaglio i temi principali emersi dal report di NewZoo.

I videogiochi espandono il loro reach di generazione in generazione

Il numero di giocatori e appassionati di gaming aumenta di generazione in generazione e i videogiochi sono sempre più popolari. Catturano l’attenzione soprattutto delle generazioni più giovani che preferiscono utilizzare così il loro tempo libero interagendo con contenuti legati al mondo del gaming rispetto alle forme di intrattenimento tradizionali.

Un recente studio condotto sul mercato globale dei videogiochi, ha inoltre evidenziato che il gaming è la principale fonte di intrattenimento per la Gen Alpha (22%) e lo è insieme ai social network per la Gen Z (19%).

Un trend in netto contrasto con i dati che riguardano la generazione dei Baby Boomer per i quali solo il 10% dedica il proprio tempo libero al gaming.

Una precisazione. Sono considerati contenuti legati al mondo del gaming attività come videogiocare, vedere contenuti che parlano di videogiochi, creare contenuti legati al mondo dei videogiochi o socializzare/interagire con community legate al mondo del gaming.

Ad ogni nuova generazione i videogiochi espandono la loro reach. Fonte: Newzoo

Per le nuove generazioni il gaming è un canale per socializzare

Il legame tra tempo libero e gaming nelle nuove generazioni sottolinea non solo il crescente appeal dei videogiochi, ma soprattutto quanto questi siano diventati parte integrante delle vite dei consumatori

Questo trend inoltre è destinato a restare stabile se non addirittura ad aumentare  se si considera che i giocatori attuali tenderanno a mantenere nel tempo le loro abitudini mentre nuovi giocatori arriveranno dalle generazioni future.

Questa previsione è supportata anche da un altro importante fattore: l’importanza sempre maggiore che le feature social acquistano all’interno dei giochi.

Soprattutto per le nuove generazioni, i videogiochi costituiscono un modo per connettersi con altre persone incoraggiando un senso di entusiasmo e condivisione.

Poter competere, cooperare e socializzare con altri giocatori (conosciuti o no) è un fattore che la Gen Alpha, più di tutte le altre, ritiene fondamentale.

A differenza della generazione dei Baby Boomers per i quali solo il 20% ritiene l’interazione con altri giocatori un fattore importante.  

Le nuove generazioni abbracciano il gaming multi-platform

Circa le piattaforme, tutte le generazioni hanno un tratto comune: il mobile. La facilità di accesso rende i dispositivi mobili più intuitivi se paragonati al gaming per PC o console.

Il mobile è la piattaforma preferita da tutte le generazioni. Fonte: Newzoo

Per l’uso di queste ultime due piattaforme, si riscontra una differenza di preferenze abbastanza netta: mentre il PC è preferito dalle generazioni più giovani, i Baby Boomer preferiscono le console.

Sebbene tutte le generazioni, soprattutto le più vecchie,  hanno piattaforma d’elezione, metà della Gen Alpha, Z e Millennial è comunque più incline ad usare più di una piattaforma. Circa un giocatore su cinque di questi gruppi gioca sia su mobile che PC o console.

I giovanissimi appartenenti alla generazione Alpha sono quelli più propensi ad usare più piattaforme.

Trattandosi di una fascia demografica che dispone di molto tempo libero, è più facile pensare che abbia più occasioni per giocare e quindi testare più piattaforme. Inoltre, le generazioni più giovani sono naturalmente più a loro agio nel passare da un dispositivo ad un altro.

Inoltre le opzioni di gioco cross-platfom dei giochi più recenti e la continua migrazione di titoli AAA per PC e console verso il mobile, sono altri due fattori che contribuiscono ad  incrementare la percentuale di videogiocatori nella generazione Alpha

Le generazioni più giovani spendono di più per i videogiochi

Se compariamo i dati sulle abitudini di spesa dei giocatori appartenenti alla generazione Alpha con i Baby Boomers, possiamo riscontrare come il primo segmento demografico sia più incline del secondo a spendere per esperienze di gioco.

Analizzando le abitudini di acquisto il 60% dei videogiocatori appartenenti alle generazioni Alpha, Z e Millennial, sono più inclini a convertirsi in utenti paganti (58% nel caso della Gen Alpha).

Al contrario meno di un terzo dei Baby Boomer spende soldi in videogiochi e solo il 16% dei giocatori appartenenti a questo segmento li spende in giochi mobile. 

Si definiscono utenti paganti tutti quei videogiocatori che mediamente spendono soldi su base mensile per giochi su PC, console o dispositivi mobili. Rientrano nella definizione di spese anche acquisti regali, contenuti scaricabili, iscrizioni e altre micro-transazioni.

Diverse generazioni di gamer diverse abitudini di spesa

Se volessimo scendere ancora di più nel dettaglio, gli acquisti in-game possono dirci molto su cosa ciascuna generazione reputa di valore. 

Una visione chiara e accurata delle abitudini di spesa dei diversi segmenti demografici, può essere uno strumento molto importante per sviluppatori e publisher nella costruzione di strategie di monetizzazione che corrispondano ai reali interessi delle varie generazioni. 

Mentre tutte le generazioni destinano gran parte della loro spesa in valuta in-game, le generazioni più giovani concentrano una spesa maggiore sui personaggi giocabili. Per la Gen Alpha infatti le prime tre tipologie di acquisto riguardano valuta in-game, personaggi giocabili e equipaggiamento.

I giocatori più giovani vogliono vedersi riflessi di più all’interno del gioco rispetto a quelli della Gen X e Baby Boomer. Queste ultime due categorie investono maggiormente oltre che in valuta di gioco, in equipaggiamento e espansioni o content pack.

Le collaborazioni tra brand all’interno del gioco sembrano influenzare le decisioni di acquisto

Man mano che i videogiochi catturano audience sempre più grandi al di fuori dalla nicchia che una volta era il loro pubblico di riferimento, sempre più brand estranei al mondo del gaming, rivolgono la loro attenzione a questo settore in cerca di pubblicità e opportunità di collaborazione.

I videogiochi diventano sempre più delle piattaforme, dei veri e propri ecosistemi e questo rende più facile inserire dei contenuti di marketing all’interno delle esperienze di gioco.

A rispondere in maniera positiva ai contenuti brandizzati all’interno dei giochi sono le generazioni Alpha e Z. Più della metà dei giocatori appartenenti alla generazione Alpha (il 59%) afferma di aver scoperto nuovi brand mentre giocava e il 57%  si dichiara più incline ad acquistare prodotti di un brand apparso in un videogioco .

Dall’altro lato meno del 10% dei Baby Boomer afferma di aver acquistato un contenuto raccomandato da uno streamer negli ultimi sei mesi.

Più della metà dei videogiocatori ha scoperto un nuovo brand mentre giocava. Fonte: Newzoo

I giocatori più giovani sono più inclini ad identificarsi come giocatori

Il rapporto sempre più stretto tra gaming, media mainstream e settori del mercato esterni a quello dell’intrattenimento, rende i videogiochi una parte sempre più integrante dell’identità delle persone. 

Sia nel modo in cui si percepiscono sia nel modo in cui si sentono percepiti dagli altri. 

Rispetto a due affermazioni”Mi considero un Gamer” e “Gli altri mi considerano un gamer”, emergono notevoli differenze tra le varie generazioni.

Il 66% dei giocatori appartenenti alla generazione Alpha è più incline a definirsi un gamer e concorda quando viene definito gamer anche dalle altre persone (54%). Lo stesso accade per il 45% delle videogiocatrici della stessa generazione.

Per quanto riguarda i gamer appartenenti alla generazione dei  Millennial le percentuali sono diverse. Più del 50% dei giocatori Millennial si considera un gamer ma meno della metà dello stesso segmento afferma che gli altri lo considerano tale.

Le percentuali scendono notevolmente quando si parla di identità gamer per la Gen X. Relativamente pochi giocatori di questo segmento valutano in maniera altrettanto importante quanto i più giovani il discorso identitario e solo il 5% delle videogiocatrici appartenenti alla generazione dei Baby Boomer afferma che gli altri le considerano delle gamer. 

Conclusioni

Da questa analisi di segmenti demografici selezionati per età, emergono elementi importanti per caratterizzare i rapporti che le varie generazioni hanno con il gaming.

I videogiochi sono ormai un vero e proprio ecosistema e al suo interno convivono player di tipologie estremamente diverse, con altrettanti comportamenti, esigenze e valori. 

Intercettare questi valori e comportamenti è fondamentale per costruire delle esperienze di gioco che siano in linea con il proprio pubblico di riferimento.

Inoltre la lettura di questi insight può aiutare in maniera significativa le strategie di marketing e business di sviluppatori e publisher.

Nel corso triennale AIV di Game Design, parte fondamentale del programma di studi si basa proprio sull’analisi del mercato. 

Oltre ad argomenti come game engine, gestione di team, nel corso AIV è di importanza fondamentale lo studio di elementi di psicologia, sociologia, tecniche di manipolazione dell’utenza, economia e documentazione.

Questo per preparare le nuove generazioni di Game Designer ad affrontare il mondo del lavoro con una preparazione aggiornata e in un’ottica incentrata alla professionalità.

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