Il lavoro dell’animatore 3D è al momento tra i più richiesti nell’ambito della CGI. Che si parli di produzioni cinematografiche, di spot pubblicitari o videogiochi, è un ruolo fondamentale, molto ricercato, con degli standard molto alti e ben remunerato. Ma in cosa consiste esattamente? Cosa rende un animatore 3D davvero bravo nel suo lavoro? E come diventarlo?
Chi è l’animatore 3D
Per descrivere il lavoro dell’animatore 3D potremmo dire che è quello di dare vita a personaggi virtuali all’interno di ambientazioni tridimensionali.
Ma in realtà non si limita solamente a questo.
La sfida principale per un animatore è quella non solo di rendere i personaggi, e i loro movimenti, credibili, ma soprattutto di farlo in maniera visivamente accattivante e che allo stesso tempo racconti il carattere, le motivazioni e i sentimenti che animano i personaggi.
L’animazione di un personaggio (o anche di un oggetto) non si limita quindi solamente al movimento in sé, ma porta avanti il racconto della storia e segue lo sviluppo dei personaggi, stimolando l’immedesimazione da parte dello spettatore.
Per fare questo un buon animatore 3D deve avere conoscenze tecniche, disciplinari oltre che tecnologiche. Approfondiremo in seguito questi aspetti ma per ora possiamo dire che un buon professionista, a seconda del livello a cui aspira, dovrebbe avere competenze in tutti e tre i settori.
Un esempio pratico
Per rendere credibile e coinvolgente un personaggio non basta saper utilizzare i software che esistono sul mercato. È necessario anche sapere quando usare uno strumento rispetto ad un altro ma soprattutto padroneggiare anche argomenti come l’anatomia, la fisica, i principi del movimento e della dinamica, comprendere la recitazione. Tutto questo permette all’animatore 3D di poter ricreare espressioni facciali e metterle a sync con i movimenti e le espressioni facciali, il tutto rispettando le varie fasi dei dialoghi e della narrazione.
Lo scopo dei prodotti di intrattenimento è la sospensione dell’incredulità, farci credere cioè che quello che accade all’interno della cornice di quel mondo, con quelle regole, è assolutamente verosimile.
Il lavoro dell’animatore 3D, come quello di tutti coloro che lavorano ad un progetto, è far sì che lo spettatore si immedesimi nel personaggio e che si chieda cosa farebbe in quel momento al suo posto.
Un ruolo molto richiesto
Come abbiamo detto in apertura le richieste di lavoro per gli animatori 3D sono moltissime e il motivo è da ricercarsi sicuramente nei cambiamenti all’interno dell’industria dell’intrattenimento.
Fino a qualche anno fa il lavoro dell’animatore, come il concetto stesso di animazione, era associato principalmente ai cartoni animati, produzioni principalmente in 2d destinate ad un pubblico di giovanissimi.
Oggi la richiesta di contenuti visuali è di diverse tipologie e destinata a diversi media. Questi ultimi poi, non si limitano più a cinema e televisione, ma comprendono anche videogiochi, media online (e offline), marketing e comunicazione.
Tutti questi settori usano in maniera sempre più importante contenuti immersivi che stimolino il coinvolgimento dello spettatore e la memorabilità dell’esperienza.
Tra i media che più hanno modificato il loro impatto sul mondo del lavoro, i videogiochi svolgono un ruolo in primo piano. Quella videoludica è un’industria che ha conosciuto uno sviluppo rapido, costante e massivo e richiede, più di altri media, animazioni molto complesse che supportino gameplay sempre più ricchi e articolati.
Altri campi di applicazione di un animatore 3D, al di fuori dell’intrattenimento, possono essere la Realtà Virtuale e Aumentata (VR e AR), il campo medico-scientifico, l’architettura, la formazione online, solo per citarne alcuni.
Va da sé che a questo ampio spettro di media corrisponde un’altrettanto ampia e massiccia richiesta di professionisti del settore, altamente specializzati e aggiornati.
L’animatore 3D nei videogiochi
All’interno di questo panorama molto vasto di settori in cui il lavoro di un animatore 3D è fondamentale, sicuramente quello dei videogiochi è quello che ci interessa approfondire.
Come abbiamo più volte raccontato sulle pagine del nostro blog, il mercato dei videogiochi è estremamente attivo e arriva ormai a dei fatturati che hanno ampiamente superato quelli di cinema e musica messi insieme.
Tra i fattori che determinano questa crescita spicca sicuramente il riconoscimento del loro valore artistico e culturale. Come abbiamo detto si tratta di giochi sempre più complessi con narrazioni molto strutturate che offrono esperienze di gioco immersive proprio perché articolate.
Inoltre, è importante ricordarlo come i videogiochi svolgono ormai anche un ruolo sociale e culturale che trascende le generazioni e offre importanti momenti di confronto e apprendimento.
Tutto questo si traduce quindi nell’aumento esponenziale delle richieste di professionisti non solo competenti ma anche estremamente specializzati.
Come nasce un personaggio
La creazione e realizzazione di un personaggio è un processo complesso su cui intervengono diversi fattori.
Il lavoro dell’animatore 3D, come per tutte le specializzazioni della CGI è prima di tutto un lavoro di squadra.
Soprattutto per produzioni come film di animazione, anche se si tratta di prodotti considerati indipendenti a basso budget, le squadre di professionisti al lavoro sono numerose.
Questo significa che molto spesso, un singolo animatore o 3D artist lavora ad una piccolissima parte che poi andrà a formare il tutto.
All’interno di una pipeline di sviluppo, che si parli di cinema o videogiochi, la creazione di un personaggio passa attraverso tante mani: il disegnatore che lo realizza e ne delinea le prime caratteristiche, il 3D artist che lo modella, aggiunge dettagli. Poi si passa al rigger che ne costruirà lo scheletro per poi arrivare all’animatore che lo fa muovere e gli conferisce altri dettagli come un modo particolare di muoversi, parlare, guardare.
Quindi chi è l’autore?
Per cui la risposta è che è il team quello che vince, l’insieme dei professionisti che saranno al servizio del personaggio e della storia e di come i creatori l’hanno immaginata.
Ogni professionista che si mette al lavoro su un singolo personaggio, aggiunge, per le sue competenze, dei dettagli ispirati alle sue esperienze. Ogni personaggio quindi vive delle esperienze di chi ci ha lavorato.
Ed è per questo che in saghe come Toy Story avremo sempre lo stesso personaggio ma che di volta in volta subirà delle modifiche, dei cambiamenti non solo legati alla storia ma anche alle sue caratteristiche visive.
Ovviamente in una produzione, proprio perché ci sono tante menti e tanti artisti al lavoro, ha una cosiddetta “bibbia”. Si tratta di un documento che stabilisce tutte le reference e tutti i dettagli su come devono essere i personaggi e in generale l’universo narrativo a cui appartengono. Tutte quelle caratteristiche che lo rendono unico e soprattutto con uno stile riconoscibile e coerente con l’universo narrativo a cui appartiene.
E sono queste caratteristiche che nel tempo non solo lo rendono riconoscibile, ma anche riproducibile dai futuri animatori, artisti, modellatori e rigger che lavoreranno alle versioni successive
Sulla forma definitiva, e sui suoi movimenti ed espressioni influiscono anche le revisioni.
Come in tutti i processi creativi si parte con un’idea ma nelle varie fasi di lavorazione, per motivi produttivi o creativi, si possono richiedere delle modifiche e piano piano, di revisione in revisione, dopo correzioni, test e prove, solo allora si arriva alla versione definitiva
Il lavoro dell’animatore 3D è un lavoro tecnico o creativo?
Abbiamo parlato del lavoro dell’animatore 3D nel panorama dell’intrattenimento e nello specifico su come lavora ai personaggi.
Ma in definitiva si tratta di un mestiere artistico o tecnico?
Per rispondere a questa domanda è più utile fare un paragone tra il mestiere dell’artigiano e quello dell’artista.
Spesso l’artista è visto come un inventore, un personaggio puramente creativo il cui successo, e quindi guadagno, dipende dalla fortuna del singolo.
Il lavoro dell’animatore 3D è più simile a quello di un artigiano invece, una figura che lavora con l’arte ma ha delle conoscenze tecniche e tecnologiche specifiche che sono necessarie a svolgere le sue mansioni.
Inoltre, un’ulteriore differenza è che se un animatore ha delle competenze specifiche di cui il mercato ha estremo bisogno. Ci sono delle richieste dal mondo dell’intrattenimento digitale e le capacità degli animatori 3D le soddisfano.
In breve il lavoro di un animatore 3D è un tecnico specializzato che lavora in un ambito artistico.
L’artista ha il prodotto artistico come punto di arrivo del suo percorso creativo e tecnico mentre l’animatore parte dal prodotto artistico per svilupparlo e crearne un prodotto credibile, coerente, emozionante e coinvolgente.
E per fare questo è fondamentale studiare e fare ricerca costante.
Tecnica, Tecnologia e Disciplina
Sebbene l’animatore 3D sia un tecnico che lavora con materiale artistico, non è semplice realizzare dei prodotti di qualità.
I software di oggi, molto avanzati e complessi, aiutano molto ma in settori come quello del rigging, strettamente legato a quello dell’animazione, ad esempio cultura tecnica e esperienza svolgono un ruolo fondamentale.
Gli strumenti di automazione, per quanto avanzati non potranno mai sostituire la capacità personale e la fase di ricerca.
Possiamo quindi dire che il ruolo dell’animatore si basa su tre pilastri fondamentali
- La parte tecnologica
- La parte tecnica
- La disciplina
La parte tecnologica, come abbiamo detto, riguarda l’utilizzo dei software come ad esempio Maya, Blender e 3D studio Max, per citarne alcuni tra i più diffusi.
Si tratta di uno strumento temporaneo però. I tool, lo dice la parola stessa, sono strumenti. Sono quindi soggetti a cambiamenti, aggiornamenti, modifiche se non addirittura destinati a sparire per essere sostituiti da altri più aggiornati e innovativi.
La conoscenza dei software serve per approcciarsi alla disciplina che si sta studiando ma da sola non basta.
La tecnica è a un livello superiore di conoscenza. Serve a sapere come utilizzare gli strumenti e quale utilizzare in una specifica circostanza.
La disciplina infine è quella conoscenza profonda della materia che è propria di ogni professionista e rimane per sempre, a prescindere dalle tecnologie e dai loro cambiamenti.
Conoscere in maniera profonda una disciplina permette ad un professionista di affrontare novità e destreggiarsi tra i cambiamenti tecnologici nel lungo periodo.
Sul piano pratico potremmo dire che la conoscenza della tecnica e della tecnologia permettono già di poter lavorare ad un primo livello professionale.
La conoscenza della disciplina, invece, è quello che rende un personaggio bello, in grado di comunicare la sua personalità e di suscitare emozioni e aspirare a lavorare ai massimi livelli.
La componente creativa nell’animazione e nel rigging
L’animazione di un personaggio 3D viene vista come un lavoro molto lento.
Basta considerare che un animatore Disney professionista, con 15 anni di esperienza alle spalle, lavorando 50 ore a settimana riesce ad animare circa 4 secondi di un personaggio.
Per questo a prima vista potrebbe sembrare un lavoro molto ripetitivo e noioso. In realtà ha una fortissima componente creativa che riguarda anche aspetti tecnici.
Il processo stesso che un animatore 3D deve realizzare per animare un personaggio, è estremamente creativo.
In animazione si parte dalla base cercando prima di tutto di rendere i movimenti credibili.
In una fase successiva si cerca di raffinare l’espressione delle emozioni per restituire la complessità del carattere del personaggio.
Questo riguarda anche le piccole sfumature, le contraddizioni, le emozioni nascoste.
In breve un bravo animatore dovrà curare la recitazione del personaggio. Si tratta di un aspetto molto complesso che non si limita solo alle espressioni facciali e alle battute, ma riguarda anche il linguaggio del corpo, il non detto.
Si parte dall’analisi della realtà per aggiungere poi tutte le sovrastrutture che compongono la complessità, e quindi la bellezza, di un personaggio.
Per questo è fondamentale non solo studiare gli strumenti, la tecnica e la disciplina ma guardare film, leggere, osservare gli altri e il mondo.
Avere delle immagini da organizzare mentalmente aiuta a creare una mappa emotiva e scegliere cosa recuperare per suscitare quella particolare emozione nel momento in cui siamo davanti al personaggio su cui bisogna lavorare.
Come diventare animatore 3d – le best practice
SAPERSI RELAZIONARE NEL MONDO DEL LAVORO
Il lavoro di un animatore 3D è un lavoro di squadra. Sia che si lavori come freelance che con uno studio di sviluppo, è sempre necessario sapersi relazionare con i colleghi di lavoro.
Creare dei buoni rapporti interpersonali, essere affidabili, educati e precisi sarà sempre il miglior biglietto da visita.
La giusta attitudine aiuta a vivere bene tutte le esperienze lavorative, anche quelle meno entusiasmanti,ed è fondamentale per creare buoni rapporti lavorativi con colleghi che si potrebbero trovare nuovamente in altre esperienze o circostanze.
Il networking, sia con collaboratori ma anche con gli stessi docenti di un corso, in questo senso diventa importante anche per accedere a colloqui di lavoro o scuole di ulteriore specializzazione.
AVERE UN PORTFOLIO COMPLETO PER ESSERE UN ANIMATORE 3D
Spesso, nel mondo della CGI, durante un colloquio di lavoro vengono svolti dei test attitudinali oltre che la valutazione del proprio portfolio.
Sono due ottimi strumenti per capire non solo il livello di esperienza e preparazione, ma anche per capire il tipo di professionista che si ha davanti e se è in grado di inserirsi all’interno di un team.
Un portfolio completo, oltre ad una attenta selezione dei lavori migliori, può contenere anche una lettera di presentazione redatta da un docente o da un supervisore.
Si tratta di una lettera in cui vengono elencati i pregi, i meriti e le caratteristiche migliori di un candidato. Una vera e propria raccomandazione che però viene fatta per merito, in totale trasparenza, alla luce del sole e non per un guadagno.
Queste lettere sono un ottimo biglietto da visita sia in occasione di un colloquio di lavoro, che, ad esempio, nella compilazione di una domanda di ammissione per un corso specifico di specializzazione.
CAPISCI COSA TI PIACE E IN COSA SEI BRAVO
Abbiamo menzionato qualche paragrafo fa, che il mestiere dell’animatore ha una parte tecnica, una tecnologica e una disciplinare.
Questo significa che in base alle proprie attitudini, al proprio percorso e alle proprie passioni si può scegliere una specializzazione e mettere a frutto i propri talenti.
La domanda importante è capire le proprie inclinazioni, i propri gusti, in cosa si è disposti ad investire e soprattutto ad essere costanti nel tempo.
FAI AUTOCRITICA
Una parte importante per svolgere al meglio il lavoro dell’animatore 3D è sviluppare la capacità critica.
Essere dei professionisti significa essere in grado di guardare il proprio lavoro con un occhio analitico e capire da soli come migliorare.
Un metodo utile è stabilire delle figure di riferimento. Ci sarà sempre qualcuno più bravo e qualcun altro meno bravo. La bravura è un concetto di per sé relativo e molto spesso legato alla semplice mancanza di esperienza.
Capire da dove si parte e quali sono i propri obiettivi, aiuta a focalizzare le proprie energie e a scegliere in cosa impiegarle.
SE STUDI E SEI COSTANTE OTTIENI RISULTATI
Il campo della CGI si basa soprattutto su delle basi e un workflow consolidato.
Partendo dai fondamentali e studiando con costanza si ottengono ottimi risultati
Il talento e le attitudini personali non sono tutto.
Anche la cura di aspetti del lavoro meno creativi, più meccanici e noiosi è però necessaria alla perfetta riuscita del lavoro.
Una fase fondamentale ad esempio è capire le reference. La fase di preparazione, lo studio approfondito sono le basi su cui si regge tutto il lavoro che viene fatto in seguito
SPECIALIZZAZIONE VS GENERALIZZAZIONE NEL MONDO DELL’ANIMAZIONE
Quando si studia una disciplina, soprattutto nella computer grafica e nel 3D, si parte da un livello di generalizzazione e poi pian piano si passa alla specializzazione.
I livelli di generalizzazione aiutano a conoscere la disciplina e il workflow, ma via via che si procede e si approfondiscono gli studi, si sceglie un campo in cui specializzarsi.
Un alto grado di specializzazione aiuta molto nel raggiungere un livello alto di preparazione oltre che essere fondamentale nella ricerca del lavoro.
Posizionarsi in una nicchia di professionisti molto ristretta rispetto a campi molto più inflazionati come la character art ad esempio, unita all’enorme domanda da parte degli studi di sviluppo e di produzione, permette ad un professionista, ad oggi, di poter scegliere con chi lavorare.
GUIDA STEP BY STEP PER MIGLIORARE
Per essere davvero bravi in un lavoro, qualsiasi esso sia, sono necessari anni di studio e di pratica.
Raggiungere questo livello di specializzazione durante un corso, per quanto completo e specifico, non è quindi possibile.
Oltre alle ore di lezione è necessario affiancare ore di pratica in autonomia sia che si stia ancora studiando, sia che ci si trovi alle prime esperienze lavorative.
Capire qual è il proprio livello di partenza e quale vogliamo sia quello di arrivo, aiuta a capire cosa studiare, quali tool approfondire, quali ricerche fare, quali professionisti seguire per avere ispirazione e confrontarsi continuamente.
LA RICERCA DEL LAVORO COME ANIMATORE 3D
Per quanto il lavoro dell’animatore 3D sia in questo momento estremamente richiesto, questo non vuol dire che chiunque sia in grado di lavorare in maniera professionale.
Tutto quanto detto fin qui ci fa capire in realtà quanto sia complesso lavorare come animatore, quanto dipenda dall’attitudine personale e quanto sia importante essere focalizzati.
Per questo anche la ricerca di un lavoro deve essere considerata un lavoro stesso.
Darsi degli orari, focalizzarsi sulle azioni da fare secondo una scaletta precisa, aiuta a scomporre in piccoli task, un compito che potrebbe sembrare inaccessibile.
Ad esempio la propria giornata potrebbe essere equamente divisa in azioni a cui dedicare il giusto tempo: scrivere cover letter, mandare email, andare su linked in a visitare i profili dei professionisti che ti interessano, fare una lista excel di aziende alle quali candidarti
Come diventare un animatore 3D
Per entrare come risorsa junior serve un corso che duri almeno due anni. Questo permette di avere le competenze base per poter ricoprire un ruolo professionalmente valido.
AIV – accademia Italiana videogiochi ha attivato un corso biennale online proprio per formare in maniera specifica professionisti in grado di lavorare sia come Animatori 3D che Rigger.
Il corso è stato attivato non solo per completare l’offerta formativa della scuola – che conta altri sei corsi tutti dedicati a specifiche discipline legate al mondo videoludico – ma anche vista l’enorme richiesta da parte del mercato di questo tipo di professionisti.
I docenti incaricati della gestione e della conduzione del corso sono tutti professionisti che lavorano ormai da più di dieci anni a livello internazionale sia in ambito videoludico che cinematografico.
Le Hard Skill
Riguardo le cosiddette hard skills, le competenze tecniche specifiche per quella professione, sono imprescindibili, è necessario non solo conoscere i software (come ad esempio Maya o Blender) e engine (Unity e Unreal) più diffusi sia in ambito videoludico che nelle produzioni cinematografiche.
In un corso come quello pensato in AIV parte al primo anno con principi di modellazione, le basi del rigging e dell’animazione di umanoidi.
Tutte le nozioni base, sedimentate durante il primo anno si vanno ad approfondire nel secondo completando la preparazione con animazione facciale, espressioni e fonemi e rigging di creature.
Non mancano inoltre cenni di programmazione in modo da essere in grado di utilizzare tutte le risorse necessarie a seconda della circostanza.
Sul sito è possibile scaricare il programma completo di entrambi gli anni in modo da avere una panoramica completa di tutte le competenze necessarie.
Le Soft Skill
Un altro aspetto fondamentale che riguarda tutti i corsi dell’Accademia Italiana Videogiochi è lo sviluppo delle soft skills.
Quelle competenze trasversali legate alle qualità personali prima che professionali
Come abbiamo più volte menzionato il problem solving è una qualità fondamentale per ogni professionista al quale è richiesto di lavorare in team su progetti di ampio respiro che richiedono l’impiego di molte figure professionali diverse e di workflow complessi.
Si insegna quindi a lavorare in gruppo, si enfatizza l’esperienza pratica e soprattutto si da grandissima importanza ai feedback, il vero motore di apprendimento di questo corso.
Al termine del percorso biennale, gli studenti AIV non solo sono in grado di lavorare, molto spesso anche prima di aver terminato il corso, come risorse junior all’interno dell’industry o con produzioni cinematografiche.
Viene, allo stesso tempo, messo a punto un portfolio contenente i lavori migliori di ciascun studente in modo da potersi presentare in maniera professionale già ai primissimi colloqui di lavoro.
In sostanza il lavoro dell’animatore 3D è un lavoro complesso, che richiede competenze sia tecniche che creative, per il quale è importante studiare e dedicarsi ma che al momento è estremamente ricercato sia in ambito videoludico che cinematografico.